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GAM Una Finestra aperta sul mondo dell’arte

  • Mostra
  • 23 Ottobre 2009 - 25 Gennaio 2010
La GAM di Torino il 24 ottobre ha riaperto i suoi spazi espositivi. Due mesi di chiusura al pubblico per svolgere un grande lavoro di progettazione e di riallestimento delle collezioni permanenti, oltre che per ridisegnare completamente la struttura delle sale dedicate alle mostre temporanee, alla Videoteca e ai Servizi Educativi. Il pubblico si troverà a ripercorrere le sale della GAM con l'impressione di visitare un museo nuovo, riorganizzato secondo un progetto museografico che pone come essenziale l'integrazione e il dialogo tra le opere, che facciano parte delle collezioni permanenti o che si inseriscano nelle mostre temporanee. La suddivisione in ordine cronologico del percorso, che fino ad oggi ha caratterizzato una delle raccolte di arte moderna e contemporanea tra le più ricche d'Italia (45.000 opere tra dipinti, sculture, installazioni, fotografie, a cui si aggiungono un ricco patrimonio di disegni e incisioni e una tra le più importanti collezioni europee di film e video d'artista) con la storica divisione in due piani dedicati all'Ottocento e al Novecento, viene sostituita da un ordinamento tematico, che permette al visitatore di riscoprire i capolavori e di analizzarli attraverso una nuova visione. Si potrebbe dire attraverso quattro nuove visioni, dettate dalle suggestioni offerte da altrettanti studiosi di discipline diverse dalla storia dell'arte. In questo modo non sarà più lo sguardo che insegue l'opera, ma l'opera che insegue lo sguardo. Secondo un disegno di riallestimenti periodici, ogni anno saranno coinvolti esperti provenienti dalle più prestigiose università italiane, che penseranno 4 nuovi temi per dar vita a percorsi lungo i quali le opere saranno collocate. Questo favorisce una fruizione molto ampia del patrimonio: attraverso il sistema di rotazione saranno infatti accessibili capolavori visti magari di rado, per problemi di spazio o di conservazione, e ogni volta troveranno una collocazione e una luce diversa, perché messi in rapporto con opere di altre epoche storiche e di altra natura artistica. La grande novità della nuova GAM è che con questo sistema viene riconsiderata la distinzione tra allestimento permanente e temporaneo, ancor più sottolineata dalla disposizione degli spazi espositivi. La sala mostre dedicata alle grandi esposizioni di carattere storico viene infatti pensata per accogliere il pubblico che visita il museo nella sua globalità, quindi inserita nella manica corta al primo piano, in continuità con le gallerie tematiche dedicate alle collezioni. Sempre al primo piano inoltre una piccola sala denominata Wunderkammer è la "camera delle meraviglie" dedicata a gioielli artistici del patrimonio GAM che molto raramente sono stati ammirati: disegni, acquerelli, grafiche, incisioni dell'Ottocento e del Novecento, per i quali è appena terminato un grande lavoro di catalogazione e schedatura, che saranno presentati con periodicità.
Ma un museo di Arte Moderna e Contemporanea è anche votato all'analisi e allo studio delle nuove generazioni di artisti e al dibattito culturale che ne deriva (l'installazione di Maurizio Nannucci posta alla sommità della GAM che recita ALL ART HAS BEEN CONTEMPORARY è quasi un "memento") per questo la ricerca e la sperimentazione dei nostri giorni trovano spazio attraverso GAM Underground Project. Le sale del seminterrato diventano un laboratorio nel quale giovani artisti già conosciuti a livello internazionale si confrontano con uno spazio istituzionale, portando avanti la propria sperimentazione e mostrandola al pubblico grazie a un ciclo di mostre personali e tematiche.
Anche i Servizi educativi e la Videoteca GAM trovano nuovi spazi. La Didattica raddoppia, con la sala del piano terra dedicata alle attività per le scuole e un'apertura sul giardino per il relax dei bambini, oltre una parte della libreria destinata ai ragazzi. Nel seminterrato invece un'area adibita alle attività per il pubblico adulto (incontri, dibattiti, workshop e conferenze).
La Videoteca si sposta dalla saletta del secondo piano ad un ampio locale nel seminterrato che offre agli utenti un ambiente confortevole per la conoscenza e lo studio del patrimonio di video, film d'artista e documentari presenti in uno degli archivi più completi d'Europa. Uno spazio della videoteca sarà destinato a mostre di installazioni video dal patrimonio del museo, presentazione di nuove acquisizioni e anteprime. La GAM infine si presenta con una nuova veste grafica: la comunicazione del museo, che comprende i manifesti, le locandine, gli inviti, i depliant e la grafica di sala, è stata affidata, dopo un'attenta selezione, a labxyz, uno studio di giovani creativi che hanno ripensato l'immagine coordinata secondo un criterio innovativo e al passo con i tempi.

LE COLLEZIONI
La rilettura del patrimonio della GAM attraverso le gallerie tematiche che presentano le collezioni avviene lungo tre diversi livelli di sapere: un primo livello teorico (scelta dei temi secondo un criterio che coinvolge distinte discipline) un secondo storico-artistico (analisi degli stessi temi in una luce storico-artistica) e un terzo di struttura visiva (scelta delle opere e allestimento). I quattro docenti chiamati a fornire al museo i primi temi su cui lavorare hanno avuto il compito di presentare un tema e un testo che analizzi secondo la propria disciplina tutte le sfaccettature dell'argomento. Il professor Antonio Schizzerotto (Ordinario di Sociologia dell'Università degli Studi di Trento) ha scelto il tema dell'INFANZIA, il professor Roberto Grandi (Prorettore alle Relazioni Internazionali dell'Università di Bologna) si è orientato verso il GENERE (nel senso di format, ripetizione. Una serie di codici), il professor Pietro Montani (docente di Estetica alla Sapienza di Roma) ha optato per LA SPECULARITÀ e il professor Giorgio Ficara (ordinario di Letteratura Italiana all'Università di Torino) per LA VEDUTA. Per permettere di aprire nuovi confronti con il vasto mondo accademico italiano, i quattro temi sono poi stati affidati a quattro storici dell'arte (Ester Coen, Michele Dantini, Maria Teresa Roberto e Carlo Sisi) che sono stati invitati ad affrontare le implicazioni e gli sviluppi dei temi nella storia dell'arte, poi riassunti in un testo critico, a far da cerniera tra il primo e il terzo livello. In ultimo il Direttore e lo staff scientifico della GAM (Danilo Eccher, Riccardo Passoni, Virginia Bertone ed Elena Volpato), traendo spunto dai due testi prodotti per ogni galleria tematica, hanno scelto le opere e affrontato l'allestimento delle quattro sezioni. La sfida che si cerca di vincere, dopo aver raccolto ogni anno in un catalogo il lavoro fatto, sarà quella di poter avere a disposizione, tra cinque anni, un cofanetto di volumi che raccolga una variegata rilettura delle collezioni viste da prospettive completamente diverse tra loro.

LA MOSTRA

Il Teatro della PerformanceLa nuova stagione espositiva della GAM prende il via con una grande mostra storica, curata da Danilo Eccher, dedicata alla ricerca performativa che, a partire dalla fine degli anni Cinquanta, ha caratterizzato il lavoro di un gruppo di artisti determinando profondi sviluppi nei decenni successivi. Il Teatro della Performance non è una mostra di documentazione, non si concentra sulla registrazione dell'atto, ma sulla scena del suo accadere. Presenta l'architettura e la fisicità del teatro che ha accolto l'azione, si sofferma sulla struttura scenica prodotta dall'artista, sullo spazio pensato, creato e spesso modificato dall'azione. In mostra lavori di Kazuo Shiraga, esponente del gruppo Gutai, Hermann Nitsch, Michelangelo Pistoletto, Gilbert & George, Marina Abramović che sarà presente a Torino e proporrà uno storico incontro con il pubblico della mostra, Paul McCarthy, e John Bock.
La scelta degli artisti prende le mosse da alcuni studi di una possibile mappa performativa, individuando protagonisti distinti di diversi itinerari artistici. Un'attenzione particolare è stata posta al gruppo Gutai presente a Torino nel 1959 e a Shiraga che ha realizzato la sua prima personale nel 1962. La centralità di Torino è anche testimoniata dalla presenza di Michelangelo Pistoletto, protagonista di importanti stagioni creative dagli anni Sessanta a oggi, o di Gilbert & George di cui si ricorda la prima performance realizzata nelle stesse sale della GAM nel 1970.

GAM UNDERGROUND PROJECT
Ian Kiaer
GAM Underground Project è un luogo di ricerca dove analisi e sperimentazione intrecciano i loro cammini. Non è una project room, ma un vero e proprio spazio museale che la GAM mette a disposizione per l'espressione e lo studio dell'arte contemporanea attraverso un ciclo di mostre personali e collettive e una collana di cataloghi e libri d'artista. Il ciclo espositivo è curato da Elena Volpato e nasce con l'intento di indagare l'arte attuale nella sua relazione con la cultura del secolo passato, con la ambigua forza dell'influenza modernista, che sia di ascendenza razionalista o più esplicitamente visionaria e surreale. Dà il via al progetto la personale dedicata a Ian Kiaer, (nato a Londra nel 1971) di cui si presenta per la prima volta, in una grande mostra, il lavoro nel suo complesso. 21 installazioni raccontano dieci anni di lavoro, ricostruendo avventure creative nate talvolta a distanza di anni, ma derivanti dallo stesso ceppo di riferimenti concettuali ed estetici, dalla suggestione di un medesimo sogno architettonico e urbanistico, da un'utopia o dalla forza pittorica di un'unica immagine. L'opera di Kiaer intreccia la sfera del passato con il concetto di nuovo e futuro, consapevole di ogni possibile fallimento, ovvero dell'umbratile zona crepuscolare in cui riposa ogni grande sogno avveniristico.

LA WUNDERKAMMER
Pietro Giacomo Palmieri celebre disegnatore a penna
Tra gli spazi di nuova concezione che qualificano il nuovo allestimento della GAM, la Wunderkammer intende collegarsi idealmente alla tradizione delle raccolte d'arte e di oggetti preziosi che un tempo arricchivano le dimore aristocratiche con una presenza quasi segreta. La fragilità dei supporti e dei materiali che si espongono in questa "camera delle meraviglie" al primo piano (disegni, acquerelli, stampe) rendono necessaria una rotazione periodica, sottolineando così l'eccezionalità della presenza di queste opere tra le collezioni visitabili dal pubblico. Inaugura il progetto, curato da Virginia Bertone, una mostra che invita a scoprire 12 raffinatissimi disegni a penna e acquerelli del celebre artista bolognese Pietro Giacomo Palmieri (1737-1804) che ebbe un ruolo di primo piano nello stimolare un precoce gusto per il collezionismo di disegni nella Torino di fine Settecento. I fogli esposti ritraggono scene pastorali e paesaggi svelando un disegno che si ispira alla tradizione emiliana e olandese del Seicento e spesso sfocia in virtuose imitazioni dell'incisione. Questa prima iniziativa dedicata ai disegni dell'Ottocento anticipa di qualche settimana la presentazione al pubblico dei due volumi che raccolgono i frutti del lavoro di schedatura dell'intero patrimonio di grafica ottocentesca della GAM.