Incontro con Joseph Kosuth. Accademia della Luce
- Event
- 15 January 2026
Public Program di Luci d’Artista 28
Giovedì 15 gennaio 2026 - ore 18:00
GAM - Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea Torino
INGRESSO LIBERO FINO A ESAURIMENTO POSTI DISPONIBILI
Intervengono:
Joseph Kosuth
Chiara Bertola, Direttrice GAM - Torino
Modera: Antonio Grulli, curatore Luci d’Artista
In occasione del Public Program di Luci d’Artista 28 la GAM ospita la conferenza dedicata al Maestro Joseph Kosuth e a Doppio passaggio, la Luce d’Artista da lui ideata nel 2001 e installata sul ponte Vittorio Emanuele I, tra Piazza Vittorio Veneto e la Gran Madre. Un’occasione per approfondire il lavoro di uno dei più influenti e riconosciuti artisti a livello internazionale, nonché tra i più significativi esponenti e teorici dell’arte concettuale.
La conversazione con Joseph Kosuth sarà in dialogo con Chiara Bertola, che nel tempo ha conosciuto e seguito il lavoro dell’artista, e con Antonio Grulli, curatore e critico d’arte, profondo conoscitore dell’opera del Maestro.
Doppio Passaggio di Joseph Kosuth
Ponte Vittorio Emanuele I – tra Piazza Vittorio Veneto e Gran Madre.
Le scritte in neon di Doppio passaggio riproducono due brani tratti da Le città invisibili di Italo Calvino e da Così parlò Zarathustra di Friedrich Nietzsche. Di uguale estensione e posti ai lati del ponte Vittorio Emanuele I, entrambi i testi sviluppano la metafora del ponte come veicolo di comunicazione.
Joseph Kosuth (Toledo, Ohio, 1945) è uno dei pionieri dell’arte concettuale e ha focalizzato la propria ricerca sul linguaggio, interrogando la natura stessa dell’arte. L’opera che per prima gli è valsa la notorietà e ha messo in discussione le consuetudini espositive legate alla percezione dell’arte è One and Three Chairs, del 1965, in cui una sedia vera e propria è affiancata da una fotografia della stessa e dalla definizione della parola “sedia” tratta da un dizionario.
Il lavoro di Kosuth si propone quindi come un’investigazione semiotica sulle regole della rappresentazione e sul rapporto tra i concetti e le parole adottate per esprimerli, registrando gli slittamenti di senso che ogni rappresentazione implica e utilizzando spesso la tautologia e le citazioni, come avviene con la Luce torinese, concepita per il ponte Vittorio Emanuele I.
Joseph Kosuth ha partecipato a otto edizioni della Biennale di Venezia, ricevendo la menzione d’onore nel 1993, e a sette edizioni di documenta a Kassel. Tra i moltissimi riconoscimenti, si ricordano la nomina a Chevalier de l’Ordre des Arts et des Lettres del governo francese (1993), la laurea Honoris Causa in Lettere e Filosofia dell’Università di Bologna (2001), il dottorato Honoris Causa dell’Università dell’Avana (2015), la Medal of Honor del National Arts Club (2022) e il Diploma ad honorem in Fenomenologia delle arti contemporanee all’Accademia Albertina di Belle Arti di Torino (2025). Le sue opere sono nelle collezioni dei più importanti musei del mondo, tra cui a New York, Boston, Melbourne, Mosca, Londra, Vienna e Parigi.
Da Calvino: “Marco Polo descrive un ponte, pietra per pietra. Ma qual è la pietra che sostiene il ponte? chiede Kublai Kan. Il ponte non è sostenuto da questa o da quella pietra, risponde Marco, ma dalla linea dell’arco che esse formano. Kublai Kan rimane silenzioso, riflettendo. Poi soggiunge: Perché mi parli delle pietre? È solo dell’arco che mi importa. Polo risponde: senza pietre non c’è arco”.
Da Nietzsche: “La grandezza dell’uomo è di essere un ponte e non uno scopo: nell’uomo si può amare che egli sia una transizione e un tramonto. Io amo coloro che non sanno vivere se non tramontano, poiché essi sono una transizione. Io amo gli uomini del grande disprezzo, perché essi sono anche gli uomini della grande venerazione e frecce che anelano all’altra riva”.
In occasione della 28° edizione di Luci d’Artista (2025-2026) la Luce del Maestro Joseph Kosuth è stata completamente restaurata grazie a Consulta per la Valorizzazione dei Beni Artistici e Culturali di Torino, Unione Industriali Torino e NeonLauro oltre al sostegno Gruppo IREN. In accordo con l’artista, l’opera è stata finalmente ricollocata dopo l’assenza dello scorso anno per motivi conservativi. È maggiormente visibile e ancora più sostenibile grazie all’utilizzo della tecnologia LED.
*Foto: Claudio Pastrone Courtesy FIAF
