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Capolavori della GAM in mostra al Palazzo dei Musei

  • Mostra
  • 6 Aprile 2019 - 30 Giugno 2019

La Fondazione Torino Musei, in linea con il suo obiettivo strategico di costruire reti di rapporti e scambio con istituzioni e soggetti pubblici e privati per arricchire l’offerta culturale e ampliare i confini della ricerca anche in ottica interdisciplinare, ha dato vita a una collaborazione con il Palazzo dei Musei di Reggio Emilia, che inaugura il 6 aprile un'ampia retrospettiva dedicata ad Antonio Fontanesi, artista reggiano, indiscusso protagonista della pittura dell’Ottocento italiano.

"Antonio Fontanesi e la sua eredità. Da Pellizza da Volpedo a Burri" è promossa dai Musei Civici di Reggio Emilia in collaborazione con la GAM - Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea di Torino e la Galleria d’Arte Moderna Ricci Oddi di Piacenza ed è curata - curata da Virginia Bertone, conservatore capo della GAM, Elisabetta Farioli, direttrice dei Musei Civici di Reggio Emilia e Claudio Spadoni.

La mostra, oltre a ricostruire attraverso le più importanti opere di Fontanesi il percorso dell’artista, intende offrire un nuovo contributo critico alla sua conoscenza mostrando l’influenza che la sua pittura ha avuto negli artisti che dopo di lui si sono riconosciuti nel suo particolare approccio alla natura e al paesaggio, sospeso tra l’esigenza di rappresentazione del vero e l’urgenza di esprimerne le più intime emozioni. In mostra l’esposizione dei più importanti dipinti di Antonio Fontanesi provenienti da importanti musei e collezioni italiane sarà posta a confronto con la produzione degli artisti che la critica ha collegato con la sua produzione, individuandone possibili motivi di ispirazione in un arco cronologico che dagli anni ottanta dell’Ottocento arriva fino agli anni sessanta del Novecento. Saranno documentati i rapporti con la cultura simbolista e divisionista attraverso opere di Vittore Grubicy, Leonardo Bistolfi, Giuseppe Pellizza da Volpedo, Angelo Morbelli ma anche la sua ripresa negli anni venti ad opera di Carlo Carrà, Felice Casorati, Arturo Tosi. L’ultima sezione sarà dedicata alle interessanti interpretazioni critiche degli anni cinquanta di Roberto Longhi e poi di Francesco Arcangeli. Quest’ultimo infatti, nell’individuare una continuità tra la concezione moderna dell’arte e la grande tradizione ottocentesca, inserisce Fontanesi nell’evoluzione di un naturalismo che nel dopoguerra arriva a Ennio Morlotti, Mattia Moreni, Pompilio Mandelli spingendosi fino alle ricerche materiche di Alberto Burri.